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Cineasti... peculiari




TINTO BRASS, lo scopritore (?)


Tinto Brass (Italia, 1933), è un regista scomodo. I suoi film (in particolare quelli dal 1975 in poi) maltrattati da critica e mass-media, sono però sempre recensiti con curioso, se non atipico, interesse, seguiti nelle sale con grande partecipazione di pubblico; pur tuttavia, sono spesso sottovalutati culturalmente e considerati dal pubblico un prodotto "volgarotto" per sporcaccioni. Queste premesse farebbero pensare ad un cinema di serie z realizzato soltanto con l'intento di fare film ai limiti della pornografia.

A parte Stefania Sandrelli, che quando arrivò alla corte di Brass era già attrice affermata, se non di culto, tutte le altre bellissime protagoniste erano alla loro prima esperienza cinematografica e sono poi diventate famose ed apprezzate donne di spettacolo: Serena Grandi, Francesca Dellera, Deborah Caprioglio, Claudia Koll. Una per tutte quest'ultima, che dopo aver interpretato senza veli, la parte principale di "Così fan tutte" (non senza imbarazzo da parte di chi guarda; ricordiamo infatti la scena in cui in primo piano maneggia, per così dire, l'attributo maschile), venne scelta da Pippo Baudo per presentare il Festival di San Remo, prossimamente magari le faranno condurre lo Zecchino d'Oro! Ora è attrice drammatica e di teatro, rispettata e benvoluta dai mass-media e dalla critica.

Allora i conti non tornano. Due sono le cose: o nessuno ha visto il film di Brass in cui l'attrice è protagonista, o Brass non è quello che i mass-media dicono che sia, cioè il regista volgarotto che con "tette e culi" (perennemente esagerati!) fa i soldi alla faccia del perbenismo e della morale. Probabilmente per capire il suo cinema, bisogna comprenderne il messaggio sotteso, non ciò che fa vedere! Brass genio incompreso e trasgressivo al pari di Pedro Almodòvar e Bigas Luna? Ci limiteremo a chiarire la posizione del regista attraverso sue citazioni che nel bene e nel male sono la filosofia su cui ha basato la sua opera, affinché lo spettatore possa avere una chiave di lettura per giudicare in tutta tranquillità senza inutili e bigotti moralismi.

Secondo Brass (non solo secondo lui!), la donna non è l'oggetto del desiderio, ma il soggetto! Le sue fantasie erotiche sono ben più ricche e intense di quelle dell'uomo; l'immaginario erotico femminile, pieno di emozioni e di idee fantasiose, viene pensato e realizzato dal regista, senza troppi formalismi: ogni sfumatura, sia sessuale che psicologica, viene quindi proposta senza pudori. Brass descrive continuamente, in tutti i suoi film del ciclo erotico, il desiderio di nuove esperienze sessuali nella vita quotidiana. Egli dice:"le donne hanno un inappagato forte desiderio di evasione, sono sempre alla ricerca di nuove emozioni"... il che tutto sommato è una prerogativa della natura umana. Quello che da' fastidio è il modo spudorato in cui lo presenta. La morale cattolica del nostro paese avrebbe preferito che Brass non rappresentasse così disinvoltamente ciò che è presente nei desideri sessuali repressi degli individui. Il regista realizza tutto ciò, non con la "comune" pornografia, così irreale e animalesca, ma attraverso un linguaggio cinematografico in bilico tra il mondo dei sogni e la realtà. E continua:"le donne sono passionali e continuamente attratte dal richiamo del desiderio. Il sesso è giocoso, si esprime con leggerezza attraverso un fine erotismo che è diverso dalla cupa e lugubre pornografia".

Perché Brass viene condannato culturalmente, cinematograficamente, e moralmente, e le sue attrici invece finiscono sul salotto di Domenica In? Dov'è l'ipocrisia, in Brass o in chi rifiuta la sua cinematografia? A voi la risposta.



Filmografia:

"Chi lavora è perduto", 1963;
"Il disco volante", 1963;
"La mia signora", 1964;
"Yankee - L'americano", 1966;
"Col cuore in gola", 1967;
"Nerosubianco", 1968;
"L'urlo", 1968;
"Dropout", 1970;
"La vacanza", 1971;
"Salon Kitty", 1975;
"Action", 1979;
"Io, Caligola", 1980;
"La chiave", 1983;
"Miranda", 1985;
"Capriccio", 1987;
"Snack Bar Budapest", 1988;
"Paprika", 1991;
"Così fan tutte", 1992;
"L'uomo che guarda", 1994;
"Fermo posta Tinto Brass", 1995;
"Monella", 1997;
"Tra(sgre)dire", 2000;
"Senso '45", 2002;
"Fallo!", 2003.






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