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Cineasti contemporanei





JONATHAN DEMME: raffinatamente stravagante


Ama tutto ciò che è eccentrico e stravagante, valorizza sempre i lati bizzarri della storia e dei personaggi. Autore di una regia raffinata, emozionante mai ruffiana e senza esibizionismi o effetti speciali esagerati; è ancora il vecchio modo di far cinema. Un talento come pochi; è imprevedibile, discreto ma simpatico e umile tanto che ritiene necessario, per la riuscita di un buon film, il lavoro d'equipe:"Per me, la chiave di una buona regia è scritturare persone particolarmente dotate e lasciare loro libertà di movimento".

Abile osservatore della cultura americana, filmata in modo assolutamente originale e profondo, allievo del grande Roger Corman, Jonathan Demme (Usa, 1944), è cineasta straordinario, tra i migliori autori americani indipendenti nonché produttore, sceneggiatore, critico cinematografico e regista di spot pubblicitari. Nonostante sia entrato nel gota del mondo della celluloide con "Il silenzio degli innocenti" e "Philadelphia", precedentemente Demme ha potuto confezionare le sue stravaganze cinematografiche: coraggioso ed innovativo ha firmato commedie amare con una regia sempre fuori dagli schemi. Focalizza l'attenzione verso individui comuni della provincia americana, mettendo in evidenza lo spessore di questi personaggi secondari, semplici e comici. Tecnicamente fa un largo e oculato uso delle soggettive; sostiene:"Sono un grande ammiratore delle riprese prolungate, cerco angolature che possano resistere per molto tempo e lascino la performance parlare di sè".

"Femmine in gabbia", è la sua opera d'esordio; prodotto da Roger Corman, Demme, autore anche della sceneggiatura, ha sfruttato al meglio i suoi pochi mezzi apportando invenzioni visive già riconducibili ad un suo stile personale. Storia a tratti grottesca di donne galeotte; in America è un cult-movie; ne ricordiamo le stupende musiche di John Cale ex Velvet Underground. Segue "Fighting Mad", divertente, pieno di azione e di violenza e, ogni dieci minuti (!), di donne a seno scoperto, secondo la ricetta del cinema di Corman (azione, violenza e nudo). Primo lavoro per una major (Paramount Pictures), "Chroma Angel chiama Mandrake" è la storia di un camionista, appassionato radioamatore, e di tutto il mondo che gli ruota intorno. Il quarto lavoro, "Il segno degli Hannan", è un omaggio ad Hitchcock, una pellicola caratterizzata da suspance, colpi di scena e spettacolo. La prima opera degna di nota però è "Una volta ho incontrato un miliardario", una commedia divertente che gioca con il sociale, il consumismo e il valore dei soldi. Due premi Oscar: migliore attrice non protagonista a Mary Steenburgen e migliore sceneggiatura a Bo Goldman.

Una grande passione per la musica:"La musica è incredibilmente importante. È anche una sorgente di piacere. E mettere della musica su delle immagini è la parte più piacevole, più intrigante, più rompicapo della messa in scena". Realizza infatti, nel 1994, "Stop Making Sense", fedele trasposizione in pellicola del concerto dei Talking Heads, gruppo rock per eccellenza multietnico e multiculturale. Demme ne coglie l'essenza con una regia ai limiti del documentaristico: riprese prolungate limitando al minimo, nel montaggio, la frammentazione delle immagini, senza scadere naturalmente mai nel banale. Regia austera, tesa a far suonare i Talking Heads attraverso la loro stessa potenza scenica e musicale. La registrazione del suono è straordinaria, è, infatti, il primo film con audio digitale su ventiquattro piste. Ancora una pellicola imprevedibile e bizzarra, "Swing Shift-Tempo di swing", primo film per Demme ad alto budget, diciotto milioni di dollari. Storia ambientata durante la seconda guerra mondiale vista attraverso gli occhi delle donne rimaste a casa. Cast superlativo con Kurt Russel, Ed Harris, Holly Hunter e Goldie Hawn che, insoddisfatta del regista, ha fatto rigirare dalla Warner Bros mezz'ora di film. Il cineasta americano, discreto più che mai, a riguardo ha sostenuto filosoficamente: "Il mio nome nei credits resterà per la regia, ma non è più un «Jonathan Demme's film». Quando un film non è frutto di uno scambio tra cineasta e produttore, ma di un rapporto con un consiglio di amministrazione, non si lavora bene...".

È del 1986 "Qualcosa di travolgente", commedia appassionante, amara, mai scontata e, piena di imprevisti. Probabilmente la prima opera completamente demmiana; ricordiamo a riguardo, i tempi di narrazione incredibilmente cronometrici e, in piccole parti marginali, come attori, i registi John Waters e John Sayles. Due anni dopo è la volta di "Una vedova allegra... ma non troppo", un gangster-movie eccentrico ed umoristico, come sempre anticonvenzionale,"In realtà i gangsters, quelli veri, sono ripugnanti. Mi sono divertito a burlarmi di loro, a ridicolizzarli". Thriller con i ritmi della farsa, dai particolarissimi titoli di coda, quasi sette minuti che riassumono la storia attraverso sequenze non utilizzate. Per Irene Bignardi, Jonathan Demme"Ci regala una divertente lezione di pratica cinematografica montando gli scampoli delle sequenze girate e buttate nel cestino del montaggio. E ci fa vedere che un film è un film: ma che potrebbe diventare anche un'altra cosa, se le forbici, gli umori e le ispirazioni dell'edizione cadessero qui piuttosto che lì".

L'orrore e la perversione de "Il silenzio degli innocenti", ha segnato una svolta nella cinematografia di Demme, che da regista stravagante ed insolito, è passato ad un linguaggio meno originale ma più maturo e coinvolgente. Da un best-seller di Thomas Harris, già autore del soggetto di "Manhunter-Frammenti di un omicidio" diretto da Michael Mann, è uno dei film più appassionanti degli ultimi anni. Psyco-thriller dal successo planetario, ha trasformato Jonathan Demme da cineasta di culto ad autore di massa; primo thriller della storia del cinema a ricevere i cinque premi Oscar più importanti: film, regia, sceneggiatura, attore e attrice protagonista e come se non bastasse miglior regia al festival di Berlino. Anthony Hopkins è il dottor Hannibal "the Cannibal" Lecter (già apparso come personaggio nel su citato "Manhunter"), che ha per mania quella di mangiare le sue vittime, Jodie Foster è un'agente FBI alla ricerca di un maniaco (curiosità: in principio quella parte era per Michelle Pfeiffer). Si vive continuamente una suspance disarmante grazie anche all'uso dei primissimi piani e delle soggettive a dir poco claustrofobiche e, straordinariamente, senza nessun effetto speciale particolare. Per meglio rendere la personalità dei personaggi Demme si è avvalso della consulenza dell'allora capo dell'unità di scienze comportamentali dell'FBI.

Nel film è basilare la cosiddetta «Sospensione dell'incredulità»: la necessità che lo spettatore rinunci ad un perfetto e coerente filo logico in favore di alcune illogicità, fondamentali sia per la spettacolarità che per l'intreccio dello script: ..."non chiedetemi troppo perché vi voglio strabiliare con altre cose, per adesso non prevedibili, magari impossibili". Anche qui una curiosità: due piccole parti per i suoi colleghi Roger Corman e George Romero. Per ultimo "Philadelphia"; due premi Oscar, al migliore attore protagonista Tom Hanks e alla canzone originale di Bruce Springsteen; commovente e duro, racconta delle vergognose vicissitudini sociali di un uomo affermato scopertosi malato di Aids e difeso da un avvocato di colore impersonato da Denzel Washington. Locations a Philadelphia, la città della Dichiarazione d'Indipendenza e quindi dei diritti sulla fratellanza e tolleranza, una vera e propria sfida al perbenismo intollerante degli americani; è in assoluto il primo film non indipendente, cioè prodotto da una major, ad occuparsi seriamente, ma anche provocatoriamente, di Aids.

"Non mi importa quello per cui sarò o non sarò ricordato. Non mi interessa affatto. Adoro girare films, tutto qui", Jonathan Demme.


Filmografia:

"Femmine in gabbia", 1974;
"Crazy Mama", solo regia su commissione di Roger Corman, 1975;
"Fighting Mad", 1976;
"Chroma Angel chiama Mandrake", conosciuto anche come "Citizen's band - Handle with Care", 1977;
"Il segno degli Hannan", 1979;
"Una volta ho incontrato un miliardario", 1980;
"I commedianti", film per la tv,1982;
"Stop Making Sense", documentario-concerto sui Talking Heads, 1984;
"Swing Shift-Tempo di swing" 1984;
"Qualcosa di travolgente", 1986;
"Swimming to Cambodia", film-documentario sul monologo/spettacolo di Spalding Gray, 1987;
"Una vedova allegra... ma non troppo", 1988;
"Il silenzio degli innocenti", 1991;
"Mio cugino, il reverendo Bobby", documentario commissionato dalla tv spagnola sul cugino famoso di Demme, 1992;
"Philadelphia", 1993;
"Subway Stories", solo episodio "Subway Car from Hell", 1997;
"Beloved", 1998;
"The Truth About Charlie", 2002;
"The Manchurian Candidate", 2004;
"Neil Young: Heart of Gold", film-concerto su Neil Young, 2006.




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