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Cineasti classici





MARTIN SCORSESE, la raffinatezza


Con "America 1929: sterminateli senza pietà" del 1971, Martin Scorsese (USA, 1942) grazie alla casa di produzione del grande Roger Corman, ha realizzato probabilmente il più bel film americano sul banditismo. La vasta varietà di generi in cui si è cimentato, apparentemente farebbe pensare ad una carriera cinematografica regnante nel disordine... ma così non è. Un grande eclettismo e un'immensa capacità di utilizzare la macchina da presa in tutte le sue risorse, conosciute e non, gli hanno permesso di realizzare stupendi affreschi su argomenti già esplorati da altri illustri colleghi, in modo assolutamente originale ed esauriente.

Nonostante una critica spietata, Scorsese, nella realizzazione delle proprie storie ha tirato dritto per la sua strada e dopo un inizio dal sapore tutto autobiografico dedicato al male metropolitano della sua New York ("Mean Streets" e "Taxi Driver"), con i successivi "New York, New York" e "L'ultimo valzer" ha descritto magistralmente prima la musica americana degli anni quaranta per mezzo di un Robert De Niro nei panni di un virtuoso sassofonista e di una Liza Minelli naturalmente cantante, poi la musica degli anni sessanta filmando l'ultimo concerto di "The Band", il mitico gruppo di Bob Dylan.

Successivamente in "Toro Scatenato", girato interamente in bianco e nero, Robert De Niro decise di ingrassare venticinque chili per meglio impersonare il pugile Jake La Motta protagonista del film, e le riprese furono sospese per mesi nell'attesa che questo avvenisse. "Re per una notte", "Fuori Orario" e "Il colore dei soldi", le successive realizzazioni, descrivono nuovamente il male metropolitano, attraverso storie semplici che nel loro svolgersi rasentano l'assurdità e restano in bilico tra il comico e il tragico. In "Re per una notte" vi è in assoluto la più grande performance di Robert De Niro attore. Successivamente l'importante decisione di passare dalle storie contemporanee, che avevano caratterizzato tutti i suoi film (ma che gli avevano negato una ricerca cinematografica di più ampio respiro), alla realizzazione de "L'ultima tentazione di Cristo". Opera, questa, perfetta sia dal punto di vista tecnico, sia nella descrizione delle paure dell'essere umano (ipotizzando che lo stesso Figlio di Dio ne fosse tormentato). Nonostante una feroce critica da parte della Chiesa Cattolica (lo stesso Scorsese è di religione cattolica e stava per farsi prete!), il film è una delle più originali e ben prodotte pellicole degli ultimi anni.

Per concludere questa breve carrellata dei suoi lavori ricordiamo "Cape Fear", straordinario pezzo di bravura e di virtuosismo, "L'età dell'innocenza", descrizione perfetta delle assurde convenzioni ed etichette della New York borghese del secolo scorso, "Quei bravi ragazzi", "Casino" e "Kundun". La funambolica regia di questi ultimi film, apparentemente statici, sono la prova della grandezza del regista italo- americano.

Martin Scorsese, Leone d'Oro alla carriera "52 Mostra del Cinema di Venezia".



Filmografia:

"America 1929: sterminateli senza pietà", 1972;
"Mean Streets - Domenica in chiesa lunedì all'inferno", 1973;
"Alice non abita più qui", 1974;
"Taxi Driver", 1976;
"New York, New York;", 1977;
"L'ultimo valzer", 1978;
"Toro scatenato", 1980;
"Re per una notte", 1983;
"Fuori orario", 1985;
"Il colore dei soldi", 1986;
"L'ultima tentazione di Cristo", 1988;
"New York Stories" solo episodio "Lezioni di vero", 1986;
"Quei bravi ragazzi", 1990;
"Cape Fear - Il promontorio della paura", 1991;
"L'età dell'innocenza", 1993;
"Casinò", 1995;
"Kundun", 1997;
"Al di là della vita", 1999;
"Gangs of New York", 2002;
"The aviator", 2004;
"The departed", 2006.




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