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Cineasti contemporanei





TIM BURTON, il disegnatore


Ci sono due modi per dirigere i film: o farlo sopravvivere con formule ripetitive più o meno originali, scopiazzando spudoratamente vecchi modelli già sperimentati, oppure farlo rivivere, usando gli schemi passati, soltanto come punto di partenza e mai di arrivo. Tim Burton (USA, 1959) insieme a pochi altri giovani colleghi (Quentin Tarantino per esempio), è l'erede dei grandi maestri della cinematografia contemporanea, Kubrick, Fellini, Spielberg, Coppola, ecc.

Mai si è preoccupato che le sue pellicole si potessero rivelare un fiasco, e la continua ricerca della creatività, fatta sempre aldilà degli incassi al botteghino, lo hanno portato alla realizzazione di opere particolari al difuori di ciò che ci aspettiamo sia il cinema controllato dalle majors. "La mia passione sono sempre stati i film di serie Z. Quarto potere ( di Orson Welles)? L'ho visto per la prima volta solo due anni fa!". Questa è una recente citazione di Tim Burton, giovane regista coccolato da Hollywood per aver fatto guadagnare milioni di dollari con due soggetti impossibili e sconclusionati: "Pee-Wee's Big Adventure" che ha portato nelle casse della Warner più di 40 milioni di dollari, e stessa sorte per il successivo "Beetlejuice-spiritello porcello", un progetto realizzato da una sceneggiatura appena abbozzata piena di idee strane e sconclusionata, per una commedia sulla morte. La sua personalità ha il merito di non essere mai andata in cerca di consensi. La sperimentazione, realizzata sempre con maestria e con metodo, gli ha concesso la possibilità di realizzare i due film impossibili che, per la loro stranezza, sono stati successi incredibili.

Abilissimo disegnatore, venne assunto giovanissimo dalla Disney come animatore. Ma nonostante la stoffa, il lavoro ripetitivo non era per lui, e la Disney pur di non perderlo dalle proprie file, gli produsse un cartone animato in bianco e nero che Burton aveva sceneggiato, dal titolo: "Vincent"; primo cortometraggio di animazione che segna il suo esordio alla regia. Invogliato dai premi e dai numerosi riconoscimenti della critica del settore, ci riprovò con altri due cortometraggi ma, questa volta, non animati: "Hansel e Gretel" e "Frankenweenie". Quest'ultimo non venne mai distribuito e mise in allarme la Disney per la reputazione che Burton si era fatto di regista folle e genialoide al difuori degli schemi. Dopo aver fatto guadagnare ad Hollywood, cifre astronomiche con i successivi e giè citati "Pee-Wee's Big Adventure" e "Beetlejuice", fu deciso dalle majors di affidargli la regia per il kolossal "Batman", e ancora, 250 milioni di dollari incassati per un film certamente non facilissimo, o comunque lontano chilometri da quello che normalmente intendiamo per kolossal americano; film dal grandissimo successo ma dalla scarsa comprensione. Burton, ancora insoddisfatto, gira il seguito "Batman Returns", ancora più cupo e difficile ma con un fascino tutto personale e diverso da tutti gli altri film del genere.

Nel frattempo, dopo aver soddisfatto Hollywood con questi due kolossal, ha diretto "Edward mani di forbice", una complessa favola sull'emarginazione umana, sulla solitudine, e sulle difficoltà di socializzazione dei diversi, in cui il diverso: Edward, è impersonato da un irriconoscibile Johnny Deep. Di nuovo piena libertà di espressione e di nuovo un opera che gli conferisce sempre più il titolo di regista cult. Ormai ricchissimo, oggi si permette di produrre autonomamente i film; opere in cui la sperimentazione, il coinvolgimento tra tecniche di ripresa inusuali e filosofia della storia, realizzano un cocktail a dir poco unico nella storia del cinema contemporaneo. È il caso di "The Nightmare Before Christmas", un insolito film di animazione, in cui Babbo Natale viene rapito dal Re Zucca della città di Halloween, con lo scopo di regalare al mondo un natale diverso. Un film animato da pupazzi in gomma e metallo che si muovono in ambienti tridimensionali costruiti in miniatura. Una folle idea girata con la tecnica dello "stop-motion" in cui i movimenti vengono ripresi singolarmente fotogramma per fotogramma. In questa pellicola Burton, oltre ad aver realizzato i disegni preliminari, è soggettista e produttore delegando la regia a Henry Selick, un esperto del settore, e la musica a Danny Elfman, autore di testi, musica e anche cantante principale (in Italia doppiato magnificamente da Renato Zero); fondamentali in questo atipico film, sono le espressioni del viso dei pupazzi; per il Re Zucca sono state costruite oltre 800 facce di cui 135 diverse. Il film è in assoluto il primo lungometraggio girato con questa tecnica. "The Ed Wood story" è la biografia di quello che è stato eletto il peggior regista di tutti i tempi... già di nuovo una sfida cinematografica.




Filmografia:

"Pee-wee's Big Adventure", 1985;
"Beetlejuice-spiritello porcello", 1988;
"Batman", 1989;
"Edward mani di forbice", 1990;
"Batman-il ritorno", 1992;
"The Nightmare Before Christmas", regia di Henry Selick, 1993;
"The Ed Wood Story",1994;
"Mars Attacks!", 1997;
"Il mistero di Sleepy Hollow", 1999;
"Il pianeta delle scimmie", 2001;
"Big Fish-Le storie di una vita incredibile", 2003;
"La fabbrica di cioccolato", 2005;
"La sposa cadavere", co-regia con Mike Johnson, 2005.





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