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LA TERZA DIMENSIONE DELL'IMMAGINE!
Guida all'evoluzione e alla comprensione del sonoro cinematografico


Due tra i più straordinari cineasti contemporanei, attribuiscono alle immagini, ma soprattutto al sonoro, il merito di inchiodare lo spettatore alla poltrona in balia delle emozioni: George Lucas, responsabile di tutto il progetto di"Guerre Stellari", ma anche fondatore della Industrial Light & Magic che si occupa di tecnologie applicate al cinema, sostiene che "Il sonoro di un film è il 50% dello spettacolo";per il geniale e pluripremiato regista iraniano, Abbas Kiarostami, autore di una cinematografia straordinariamente essenziale, realizzata con pochissimi mezzi tecnici "Il suono è molto importante, più importante dell'immagine... attraverso la ripresa visiva noi arriviamo, al massimo, a ottenere una superficie bidimensionale. Il suono conferisce a questa immagine la profondità, la terza dimensione. È il suono a colmare le lacune dell'immagine".

Ad inizio secolo, nell'era del muto, ci fu un forte sviluppo tecnologico per il miglioramento delle immagini, dal formato al colore; con l'avvento del sonoro lo spettacolo cinematografico si è evoluto profondamente e, seppur con ritardo, ha subito radicali cambiamenti tesi al raggiungimento del maggior coinvolgimento possibile. La svolta si è avuta anche grazie al boom, negli ultimi vent'anni, dell'hi-fi domestico che ha richiesto al cinema uno sforzo per l'aggiornamento delle tecnologie audio: se in passato eravamo abituati ad ascoltare un film in modo molto piatto, con suoni, musica e rumori perfettamente livellati e poco energici, oggi invece si impiega un sistema a 6, 7 o addirittura 8 distinti canali (contro i 2, destro e sinistro, del classico impianto hi-fi stereo domestico). Attualmente nelle sale più attrezzate, si vive un effetto presenza travolgente, pertanto sarebbe più corretto dire: «vado a vedere e sentire un film!». L'avvento del sonoro multicanale permette una ricostruzione degli spazi perfetta. Si viene letteralmente bombardati dai suoni e non più solo dagli altoparlanti retro schermo: il sistema Dolby Digital, il più usato attualmente, prevede una sorgente sonora centrale per i dialoghi, un canale destro ed uno sinistro per la colonna sonora ed i rumori, un subwoofer (LFE Low Frequency Effects) per i bassi profondi, tutti posizionati dietro lo schermo, ed un certo numero di altoparlanti "surround", ai lati e dietro lo spettatore, per gli effetti: è la cosidetta tridimensionalità del suono (i canali surround servono in definitiva a mettere lo spettatore in sala al centro dell'azione).

Ma facciamo un po' di storia: ufficialmente il sonoro ha mosso i suoi primi passi grazie alla Warner Bros nel 1926 con "Don Juan" di Alan Crosland, ma è soprattutto 1927 con "Il cantante di Jazz" ancora di Alan Crosland grazie al Vitaphoneche sincronizzava l'immagine con l'audio di un grammofono; in realtà però il primo film veramente parlato fu "Luci di New York",1928, di Bryan Foy. I dialoghi veri e propri comparvero solo successivamente grazie alla Fox con il Movietone,inventato da Theodor Case, che permise la registrazione della traccia audio sulla pellicola stessa, e più precisamente sulla destra, nell'area opaca adiacente ai fotogrammi dove il sonoro veniva stampato sottoforma di variazione di luce (banda ottica), poi riconvertito in segnale elettrico durante la proiezione; questo risolse tutte le problematiche relative alla sincronizzazione di immagini e voci. La registrazione avveniva in presa diretta, come in un teatro, il che però imbrigliava gli attori in rigidi schemi recitativi, con la conseguenza che il messaggio visivo impoverì rapidamente almeno fino a quando fece la sua comparsa il playback che prevede, ancor oggi, un montaggio sonoro sincronizzato successivo alle sequenze filmate. Nel 1950 il suono su traccia magnetica fu introdotto come alternativa a quello su pista ottica: veniva incollata, dopo la stampa, una striscia di materiale magnetico con impresso il sonoro direttamente sulla pellicola. La tecnologia era la stessa dei normalissimi radioregistratori su cassetta, ma fu un significativo passo verso l'introduzione della traccia multipla, fondamentale per l'impiego del suono stereofonico. Per la prima volta infatti i suoni potevano uscire da sinistra, destra e dal centro dello schermo. Contemporaneamente furono adottati due sistemi per la riproduzione delle immagini: quello della Twenty Century Fox su pellicola da 35 MM Cinemascope, con 4 tracce audio, introdotto nel 1953 con il film "La tunica"di Henry Koster, e quello del Todd-Ao-System su pellicola da 70 mm a 6 tracce audio, inaugurato nel 1955 con "Oklahoma!"di Fred Zinnemann e "Il giro del mondo in 80 giorni" di Michael Anderson del 1956; gli alti costi di quest'ultimo standard però lo fecero ben presto scomparire.

Negli anni 80 ci fu un ritorno al sonoro registrato su traccia ottica e quasi esclusivamente, salvo qualche eccezione, su pellicola da 35 mm secondo i canoni del rivoluzionario Dolby Stereo. Se oggi vedere e sentire un film è particolarmente eccitante ed emozionante è merito del lavoro trentennale della Dolby Laboratories, fondata nel 1965 a Londra da Ray Dolby (USA, 1938). Negli anni 60/70 la Dolby Labs ha brevettato la prima tecnologia per la riduzione del fruscio dei riproduttori audio professionali, il Dolby A, che si è evoluto nel tipo B e C per apparecchi casalinghi. Ha riscosso un successo tale da diventare uno standard internazionale: praticamente tutti i registratori hi-fi portano impresso il marchio della doppia D per identificare i sistemi di riduzione del rumore di fondo, appunto Dolby B, C, S e HX Pro per il perfezionamento del suono. Il primo sistema dedicato al cinema, il Dolby Stereo (A) prevede che nello spazio pellicola che conteneva il vecchio sonoro monofonico, vengano ricavate due tracce hi-fi ottiche con informazioni per quattro canali, il sinistro, il destro, il centrale ed il surround, e in più specifiche per la riduzione del rumore di fondo e l'equalizzazione del suono del quarto canale, appunto i diffusori surround. Tra i primi sistemi stereofonici cinematografici, è diventato un vero e proprio standard: prevede l'uso di tecnologie ed attrezzature particolari in tutte le fasi di lavorazione di un film, nelle riprese, nel montaggio, nella stampa e persino negli equipaggiamenti delle sale. Qui si realizza, come detto, attraverso 4 canali di cui 3 dietro allo schermo (un diffusore di centro per i dialoghi e i laterali destro e sinistro per gli effetti e le musiche) più un quarto (i diffusori collocati in fondo ed ai lati della sala) per gli effetti tesi alla riproduzione tridimensionale e a rendere la profondità dei suoni, l'eco, gli effetti e le atmosfere. La Dolby, ha applicato la stessa tecnologia anche per i sistemi con pellicola da 70 mm dove ha previsto 6 tracce audio magnetiche, delle quali 2 curano gli effetti dei bassi e 2 canali surround in più. In verità il primo film realizzato in uno sperimentale surround fu "Fantasia" del 1940 della Disney, ma rimase un caso isolato soprattutto perché a quei tempi non esistevano sale attrezzate per riprodurre l'effetto (pare solo due in tutto il mondo!).

È nel 1977 che nasce il Dolby Stereo A per "Guerre Stellari"di George Lucas con il processore CP 50, subito premio Oscar al sonoro! In verità secondo film a sfruttare questa nuova tecnologia in quanto il primo ad inaugurare il sistema Dolby è stato "È nata una stella" del 1976 di Frank Pierson. Il Dolby Stereo A si basa su 4 canali: i 3 frontali, destro, centrale e sinistro, più un certo numero di canali surround. Ci provò anche l'Italia con un sistema analogo, l'Ultra Stereo, ma ebbe vita breve. Tra i sistemi audio che hanno avuto poca fortuna è necessario ricordare anche il Sensurround inaugurato nel 1974 con il film "Terremoto", di Mark Robson, premio Oscar al sonoro e agli effetti visivi; basato sull'uso di subwoofer Cerwin-Vega ad alta efficenza per enfatizzare l'effetto sismico! Tornando all'evoluzione dei sistemi Dolby, nel 1980 è la volta del CP 200 per pellicole da 70 mm. Nel 1986, viene introdotto il Dolby SR (Spectral Recording), con il processore CP 65, caratterizzato dall'introduzione del subwoofer per le basse frequenze in più dei 4 canali del Dolby Stereo A, ma anche una maggiore qualità, una più bassa distorsione nonché riduzione del rumore di fondo; è, a tutt'oggi, il sistema più diffuso, presente in oltre 8000 sale di tutto il mondo. Nel 1989, Ray Dolby e Ioan Allen sono stati insigniti del premio Oscar per la loro ricerca sull'audio cinematografico. Alla fine del 1980 viene commercializzato un Dolby System tutto dedicato ai sistemi casalinghi, videoregistratori, laserdisc e televisori: il Dolby Surround successivamente perfezionato in Dolby Surround Pro Logic. È del 1992 l'introduzione dello stupefacente Dolby Digital AC-3 (Audio Code 3) con il film "Batman-Il ritorno" di Tim Burton. Questo nuovo sistema, attuale standard internazionale, prevede 6 canali digitali di riproduzione del suono: i 3 frontali i 2 surround latero-posteriori, il destro e sinistro, ed un sesto frontale, un subwoofer per la riproduzione dei bassi più profondi progettato per dare incisività alle scene d'azione e agli effetti speciali. Compatibile con i vecchi sistemi, il Dolby Digital è un lettore digitale interfacciabile con il processore Dolby già esistente. Straordinario per risposta dinamica, separazione tra i canali, precisione, chiarezza e pulizia, annullamento del rumore di fondo, nessun fruscio, nessuna distorsione di suono, non viene più usato soltanto per dare effetti stupefacenti a film spettacolari, ma anche e soprattutto, per migliorare l'incisività drammatica tant'é che suono, dialogo e musica sono eccezionali almeno quanto gli effetti.

Contemporaneamente, per merito della Amblin Entertainment e della Universal, è nato un altro standard audio digitale, il DTS (Digital Theater System). Lanciato nel 1993 con "Jurassic Park" di Steven Spielberg (ha vinto tra l'altro 3 premi Oscar: miglior sonoro, migliori effetti speciali sonori e visivi), si basa anch'esso su 6 canali audio, la traccia però è registrata su dei Compact Disc sincronizzati con la macchina di proiezione, questo per evitare le limitazioni dovute al poco spazio disponibile e all'usura della pellicola. Il risultato anche qui è stupefacente. Neanche la Sony si è fatta attendere e recentemente ha introdotto il suo sistema, l'SDDS (Sony Dynamic Digital Sound), con addirittura 8 canali, di cui 2 nuovi: i frontali centro destra e centro sinistra, introdotti per riprodurre una miglior circolarità del suono nello spazio, così da seguire correttamente l'immagine sullo schermo. La traccia è registrata interamente sulla pellicola addirittura nella parte più esterna vicino ai fori di trascinamento, similarmente al Dolby Digital a cui è riservato invece lo spazio tra un foro di trascinamento e l'altro. Primo film per l'SDDS è "Last Action Hero -L'ultimo grande eroe" del 1993 di John McTiernam. A completare questo scenario George Lucas, il mago indiscusso della tecnologia cinematografica, introdusse per la prima volta ne "Il ritorno dello Jedi" del 1983, terzo capitolo della saga di"Guerre stellari",il THX Lucasfilm. Non è un sistema ma un insieme di norme di qualità che definisce tutti i parametri tecnici; è l'ultimo passo verso la qualità assoluta e si occupa di personalizzare le sale per cui è stata richiesta la certificazione Thx. La Lucasfilm definisce la qualità minima non solo di processori, amplificatori e diffusori, ma anche degli arredi (rigorosamente fonoassorbenti), della disposizione dei posti e, a seconda delle necessità, può prevedere all'installazione di una parete fonoassorbente, il THX Baffle Wall, da montare dietro lo schermo che alloggia i diffusori anteriori e di un elemento obbligatorio, tra l'altro costruito dalla Lucasfilm e dato a noleggio, un crossover elettronico (filtro di separazione delle frequenze), il THX Monitor 3417. Per la proiezione, sullo schermo è necessario che ci siano 16 foot-lambert al centro e 14 ai lati di luminosità. Insomma, per fregiarsi della certificazione Thx, bisogna dimostrare la qualità totale del proprio impianto cinematografico adeguandolo continuamente: i tecnici Thx rinnovano la certificazione annualmente! Anche per gli impianti casalinghi Dolby Surround Pro Logic per i VHS e Dolby Digital per il DVD è disponibile la certificazione Home Thx. Infine l'italianissima RCF ha brevettato il suo sistema di alta fedeltà cinematografica, il CCS RCF (Cinema Sound System), richiesto dalla Cecchi Gori Film per attrezzare i suoi cinema: per l'allestimento tecnologico della sala, usa come sorgente il Dolby, il Dts o l'Sdds, ma fornisce amplificatori e diffusori di costruzione propria.

E non è finita qui! Tutti i sistemi (Dolby Digital, Dts e Sdds) hanno la stessa configurazione dei surround: due canali stereofonici latero-posteriori, destro e sinistro. Uno spettatore seduto in posizione perfettamente centrale, sentirà, per un effetto tipo passaggio di un aereo sulla testa del protagonista,il suono muoversi dal fronte al retro della sala proprio perché vengono sfruttati in sincronia tutti i canali, dando la sensazione di essere al centro dell'azione. Risulta chiaro che, spostando la propria posizione in sala, la localizzazione dell'effetto tenderà a sbilanciarsi verso uno dei due canali surround. Nel caso limite di uno spettatore all'estrema destra, sinistra, o sul fondo sala, il sonoro renderà sensazioni diverse rispetto ad un'altro spettatore localizzato centralmente. Per rendere ancora meglio l'«ambienza», e per risolvere questo problema, la Dolby Labs ha presentato recentemente il nuovissimo processore Dolby Digital Surround EX, che aggiunge un ulteriore canale surround (centrale posteriore). Infatti gli ingegneri audio della Skywalker Sound, responsabili del programma THX Sound System della Lucasfilm, visto gli altissimi livelli raggiunti durante la fase di post-produzione del film tecnologicamente rivoluzionario, non solo nel sonoro ma anche nelle immagini, "Star Wars: Episodio 1-La Minaccia Fantasma" del 1999 di George Lucas, hanno proposto alla Dolby Labs alcune essenziali modifiche nella gestione del Dolby Digital. Questa modifica, chiamata appunto Surround EX, Dolby EX ma anche THX Surround EX, in quanto la Dolby ha ceduto il brevetto alla Lucasfilm, si basa sull'installazione di un decoder supplementare, il Surround Adapter 10, che andrà in aggiunta al processore Dolby Digital CP 500. Il decoder ha in uscita tre canali: Left Surround, Center Surround e Right Surround. Gli adattamenti in sala saranno minimi perché si sfrutteranno tendenzialmente i diffusori e l'impianto già esistente. Il nuovo processore tutto compreso invece è il CP 650.

Appositamente progettato per essere compatibile con le tecnologie già esistenti, è responsabile del nuovo canale effetti (center surround) localizzato esclusivamente sul fondo della sala; con l'introduzione dell'EX, da 2, i canali surround sono quindi diventati 3. Questa nuova configurazione ha migliorato sensibilmente, nei punti critici della sala, la percezione sonora: infatti, tutti gli spettatori, indipendentemente dalla loro collocazione hanno la possibilità di ascoltare in maniera corretta il sonoro per come è stato progettato. Inoltre, il regista può realizzare effetti di «oltrepassamento» prima impossibili, cioè un suono scorrerà dal fronte al retro della sala senza attraversare i lati, come accade attualmente, dove il passaggio sonoro anteriore-posteriore è comunque obbligato attraverso tutti i diffusori sulle pareti. Primo film prodotto in EX: "Austin Powers-La spia che ci provava" del 1999 di Jay Roach.

Anche per il DTS Digital Theater System è stato aggiunto un nuovo canale effetti localizzato, come per il Dolby Digital EX, sul fondo della sala e chiamato Back Surround. Non solo, il nuovo processore DTS-ES Extended Surround, compatibile ed integrabile con il Dts già in dotazione delle sale, in aggiunta ad un DSP Digital Sound Processor, è in grado di migliorare sensibilmente l'equalizzazione delle tracce audio destinate ai 5.1 canali più al nuovo Back Surround. Nel cd viaggia inoltre anche un ulteriore segnale per pilotare un impianto luci, laser e/o straboscopiche sincronizzato con il film! E non è finita: c'è una predisposizione futura per un settimo canale effetti, il Top Surround da posizionarsi sul soffitto!

Se nella proiezione è di fondamentale importanza l'immagine e con essa la manutenzione delle macchine, la qualità e la grandezza dello schermo, la potenza l'efficienza della lampada, nella riproduzione audio digitale invece, oltre ai processori Dolby Digital, Dts e Sdds (ma anche tecnologie meno commerciali come l'Imax Pse), gli amplificatori, i diffusori e l'acustica di sala, è di fondamentale importanza il volume; infatti spessissimo sale ottimamente attrezzate dal punto di vista tecnologico vanificano il loro lavoro a causa di un volume insufficiente o che accontenta soltanto chi è abituato ad una vecchia concezione della cinematografia; peraltro altrettanto spesso, si ha l'impressione che il volume sia troppo alto. La realtà è che un suono a basso volume fa percepire molto male le basse frequenze, rendendolo particolarmente piatto. A volte, i suoni, per essere credibili «devono» essere fastidiosi: (pensate ad un elicottero che ci atterrà vicino!) per alcune situazioni visive, il suono deve"prendere allo stomaco", essere avvolgente. Tutti i film vengono registrati, presupponendo che il cinema che li proietterà avrà una certa taratura, in modo che a 7 (il volume sul processore Dolby) il livello di uscita con gli apparecchi test sia di 85 Decibel. Il volume 7 porta il 95% del film ad avere suoni «giusti» mentre permette a il restante 5% di esplosioni e jet che decollano, per esempio, di esprimere il massimo della potenza.

"La fonte musicale - che non è individuabile sullo schermo, e nasce da un «altrove» fisico per la sua natura «profondo» - sfonda le immagini piatte, o illusoriamente piatte, dello schermo, aprendole sulle profondità confuse e senza confini della vita", Pier Paolo Pasolini.




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