La Transizione Demagogica e l’Emergenza Energetica Correre verso il burrone con l’auto elettrica

La Transizione Demagogica e l’Emergenza Energetica

Correre verso il burrone con l’auto elettrica

Europa | Italia | Toscana | Arezzo | | Montevarchi --- Energia | Ambiente | Notizie --- il: 08/09/2022


La guerra in Ukraina, la ripresa post covid-19, hanno accelerato la spinta alla transizione energetica verso le fonti rinnovabili, visto anche l’esplodere dei costi delle fonti energetiche tradizionali; una transizione che indubbiamente necessaria ma pericolosa se presa demagogicamente.

Il passaggio forzato a tecnologie non pronte, come dice anche L’amministratore di Toyota, non porta effettivi benefici per l’ambiente, ansi in alcuni casi porta un peggioramento per l’ambiente stesso, oltre che un duro colpo ad assetti economici e sociali.

Interi sistemi produttivi da cancellare, per introdurre una tecnologia troppo cara per essere di massa, dunque per pochi, tecnologia per la maggior parte ancora alimentata da fonti fossili, pertanto non meno inquinante, forse addirittura più inquinante.

Per far questo stiamo rinunciando a tecnologie indispensabili nei prossimi decenni per una transizione, motori endotermici di nuova generazione in grado di abbassare le emissioni a livello inimmaginabile fino a qualche anno fa, vedi i nuovi iniettori BOSH :

https://it.motor1.com/news/240351/bosch-diesel-40-emissioni-nox-non-piu-problema/

I motori turbo due tempi Renault

https://it.motor1.com/news/209225/renault-punta-sul-diesel-due-tempi/

e molte altre soluzioni completamente compatibili per una transizione accettabile .

Allo stesso tempo in cui viene combattuta la crociata contro i motori endotermici, si chiede di non usare i condizionatori ed abbassare il riscaldamento d’inverno, per poi caricare le auto elettriche con energia prodotta da centrali a turbogas, si consuma il territorio al ritmo di oltre il7% annuo sul territorio italiano nel 2021

https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/suolo/il-consumo-di-suolo/i-dati-sul-consumo-di-suolo

Territorio consumato prevalentemente per centri commerciali e logistica, energivori, che gestiscono e vendono merce prodotta dall’altra parte del pianeta, poi caricato in navi ad altissimo impatto ambientale, scaricato in container nei porti principali, caricato su tir fino a centri di smistamento, portata in fine in centri commerciali che per la maggior parte del tempo di apertura vuoti di pubblico, pubblico che nei fine settimana prende l’auto per andare a comprare quello che nel suo quartiere non trova più.

Non mi soffermo si i sistemi produttivi asiatici, non certo sensibili come quelli occidentali all’inquinamento, non i soffermo sul fatto che i paesi asiatici sono una delle prime cause dell’incremento delle materie prime a causa della loro giustissima operosità che fa leva alle regole del mercato causando l’innalzamento dei prezzi.

Mi sembra chiaro che se si vuole pensare a salvare il pianeta e non solo, bisognerà iniziare a ripensare completamente il sistema globale attuale produttivo, che non solo non è più sostenibile per il pianeta, dal lato di risorse oramai finite, ma ha evidenti segni di crisi anche dal lato economico.

È demagogico imporci l’auto elettrica per andare a comprare merce che proviene dall’altra parte del mondo, a basso costo, in centri commerciali, vuoti per la maggio parte dell’orario di apertura, è demagogico pensare di poter campare sul lavoro altrui, di avere tutto a disposizione a nostra discrezione e utilizzo.

Credo sarà necessario tornare al valore delle cose materiale, al valore del lavoro e della qualità in cui si spende.

Giorgio Armani, non uno qualunque, ha detto che il Fast Fashion è immorale e non più sostenibile; affermazione che può essere trasportata, come esempio, in tutto quello che usiamo, compriamo ogni giorno.

https://it.fashionnetwork.com/news/Armani-tempo-di-decisioni-coraggiose-ridare-giusto-valore-alle-cose-,1214685.html

https://lecopost.it/vivere-green/armani-contro-la-fast-fashion-e-immorale/

Probabilmente queste mie riflessioni possono essere considerate errate, l’argomento è vastissimo e difficilmente esponibile in queste poche righe; probabilmente non ho a mia disposizione tutte le informazioni per poter avere un parere differente, ma mi soffermo su un paio di punti: è pensabile che la disponibilità infinita di merce a basso costo non ha un prezzo? Che si possa avere una società che gestiva la ricchezza senza produrla? Che equivale a risorse infinite anche a livello di manodopera a basso costo, ma non c’è un’altra Cina più povera da erigere a nuova fabbrica della globalizzazione.

A me sembra che per la merce a basso costo e non solo sia arrivato il conto, le bollette energetiche, l’inflazione, i salari che non bastano più; anche perché la gestione di qualsiasi cosa senza rigenerarla in qualche maniera, tipo l’energia e compreso la ricchezza, questa si consuma, si “Usura”.

 



Data pubblicazione: 08/09/2022


olio extra vergine di oliva biologico